| Sabato 31 ottobre 2020, mi accingo a scrivere la presentazione del mio libro-diario “Terapia di gruppo ai tempi del Covid. Centosessanta sedute su Skype da marzo a giugno 2020”.
Ciò che mi viene in mente è che, se avessi sospeso la terapia di gruppo per quattro mesi senza continuarla via Skype, oggi quei dieci gruppi sarebbero notevolmente ridimensionati.
E allora comincio riportando l’epilogo che chiude questo libro-diario, seppur di questo esito finale non ne possa esser certo:
“Martedì 10 novembre 2020 alle ore 17.00 sarebbero ricominciate le sedute via Skype. Questa volta non per ordini esterni ma in previsione di una seconda chiusura.
I dieci gruppi terapeutici erano diventati più forti del mondo esterno e anche questa volta ce l’avrebbero fatta.”
Quando leggerete questo testo saprò se sarà andata proprio così oppure se ci saranno state complicazioni che da marzo a giugno 2020 non si sono verificate.
Non mi riferisco ai problemi tecnici esterni ma, pur rimanendo ottimista, alle difficoltà di collegamento “interno” che, se durante la prima chiusura erano state ben gestite, in questa seconda fase potrebbero far emergere problematiche di difficile previsione.
Certo stiamo parlando di gruppi di terapia che storicamente viaggiano da un minimo di 800 a un massimo di oltre 1.200 sedute per singolo gruppo. Gruppi coesi e probabilmente pronti alle sfide più impegnative.
In questi ultimi mesi ho sentito parlare di piattaforme più o meno valide, di difficoltà di collegamento, di privacy, di aspetti legali…tutti problemi esterni che in un modo o nell’altro con un duro lavoro tecnico si riescono a risolvere.
Ciò che non si ottiene in qualche settimana è il clima interno di un gruppo, la sua lunga storia, la sua coesione.
Ed è per questo che, perlopiù, i gruppi terapeutici e i gruppi di auto aiuto sono stati sospesi o in limitati casi portati avanti a singhiozzo. E probabilmente lo saranno anche nei mesi a venire.
La casa gruppale per essere resistente ai tifoni esterni deve essere costruita con materiali solidi, messi a punto in anni e anni di turbolenze interne ed esterne, altrimenti, è chiaro, viene spazzata via dagli tsunami arrivati da oriente.
Si tratta di quasi cento pagine, ventisette capitoletti, scritte al termine delle sedute di terapia, verso le 23.30, nel buio e nel silenzio esterno.
Dopo oltre sei ore di sedute, la scrittura mi attirava a se e mi dava la possibilità di dipingere, a modo mio, lo schermo del computer con i colori dei gruppi, facendo emergere gli arcobaleni gruppali nelle notti con o senza luna.
Buona lettura.
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